Baldassare Bonura. Per il G.I. Paolo Borsellino il San Bartolomeo era “ in piena conformità”

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Al posto delle statue in bronzo vengono esposti i bidoni di plastica sulle colonne della “Hall”

Pubblichiamo da oggi il primo delle centinaia di documenti attestanti la regolarità dell’immobile denominato hotel San Bartolomeo *** estorto dalla pubblica  amministrazione del Comune di Ustica sorretto dalle famiglie degli albergatori usticesi, nonostante le denunce sporte da 25 anni a tutte le Istituzioni regionali e nazionali, oltre che alle Procure siciliane; grazie alle successive archiviazioni, alle assoluzioni, e alla miopia degli uffici investigativi, nel 2009 la pubblica amministrazione usticese alla fine si è impossessata a titolo gratuito di un immobile stimato per un valore immobiliare indicativo di circa 6 milioni di euro,  beffando legittimi proprietari e legalità con il pretesto dell’abusivismo.

Di seguito diamo modo di leggere alla comunity di Internet e ai lettori sempre più numerosi di Facebook l’ordinanza di rinvio a giudizio che l’allora G.I. dott. Paolo Borsellino emise nel procedimento penale 2874/81 contro l’allora sindaco-albergatore di Ustica, contro suoi consanguinei,  e contro l’allora tecnico comunale, per il reato di “interesse privato in atti di ufficio” ai danni della parte offesa rappresentata da Baldassare Bonura proprietario dell’hotel San Bartolomeo ****.

Contrariamente all’oggettività dei fatti il Tribunale di Palermo, assolvendo gli imputati per “insufficienza di prove”, smentì in modo eclatante l’indagine del G.I. Borsellino, non tenendo in alcun conto la documentazione e le testimonianze che attestavano la piena conformità dei lavori di costruzione dell’hotel San Bartolomeo, e insabbiando la prova che la relazione di sopraluogo redatta dall’allora tecnico comunale, in assenza del relativo verbale di sopraluogo, fosse stata scritta lo stesso giorno in cui era stato sospeso per un’indagine a suo carico, fatto che permise poi al Comune usticese di ordinare “pretestuosamente” la sospensione delle opere di costruzione dell’albergo di Bonura avviate invece con regolare concessione edilizia.

Eppure i fatti accaduti negli uffici del Comune Ustica avevano una tale rilevanza penale che il dott. Borsellino emise pure un’ ordinanza di sequestro del fascicolo dopo che Bonura denunciò allo stesso magistrato che durante un Consiglio Comunale era stato pubblicamente denunciato il tentativo di manomissione di documenti relativi alla pratica Hotel San Brtolomeo di cui era in possesso il Comune usticese.

L’ambiguità della situazione veniva portata a conoscenza del Giudice Penale e, dopo una consulenza d’ufficio il G.I. Dr.Paolo Borsellino così provvedeva:

(dal documento originale)


Esaminati gli atti del procedimento e letta la requisitoria del P.M., che ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli imputatí;

ritenuto:

– che dalla espletata istruzione emerge incontestabilmente (vedi dichiarazioni della stessa Giuseppa Ailara) che i1 provvedimento di sospensione delle opere di costruzione dell’albergo San Bartolomeo venne adottato allorché le fabbriche stavano per raggiungere un’altezza tale da ostruire, almeno in parte, 1a visuale sul mare della frontistante pensione Clelia, gestita da Giuseppa Ailara, madre di Vito Ailara, sindaco di Ustica, che emanò la relativa ordinanza;

– che i1 provvedimento venne emesso a seguito delle risultanze di un sopraluogo eseguito dal tecnico Comunale Salvatore Compagno, cui 1’Ailara aveva ordinato di procedere ai relativi accertamenti nonostante, per sua stessa ammissione nessuno gli avesse formalmente segnalato violazioni da parte dei Bonura, costruttori dell’albergo, di prescrizioni della legge urbanistica o loro imposte dalla Concessione Edilizia;

– che, secondo le risultanze della perizia tecnica, alla data del 12/09/1981 i lavori di costruzione dell’albergo procedevano in piena conformità alle prescrizioni tecniche della Concessione Edilizia e non sussistevano, pertanto, quelle difformità evidenziate nella relazione del Compagno, il quale, comunque, ammise nel corso della deposizione resa all’inizio delle indagini ai carabinieri che trattavasi di difformità di entità così lieve da non legittimare, a suo giudizio, un drastico provvedimento di sospensione delle opere;

– che, peraltro, l’inconsistente assunto della difformità fra opere autorizzate e opere realizzate venne prudentemente abbandonato dall’AiIara nel successivo provvedimento con i1 quale del realizzando albergo San Bartolomeo venne addirittura ordinata la demolizione, assumendosi, in forza di altra relazione del Compagno in data 15/03/1980, che 1e opere non erano state iniziate entro l’anno del rilascio della Concessione Edilizia;

– che a tale relazione, redatta dal Compagno nello stesso giorno in cui era stato sospeso dal servizio, non era stato dato alcun peso dal1’Amminístrazione Comunale dell’epoca né dallo stesso Ailara, che, eletto Sindaco nel marzo del 1981, non é credibile ne sia venuto a conoscenza soltanto dopo avere adottato i1 provvedimento di sospensione, ben altrimenti motivato, del settembre 1981;

che trattasi comunque di relazione le cui risultanze risultano incontestabilmente smentite dalla deposizione di numerosi testimoni escussi e da documenti provenienti dalla stessa amministrazione comunale;

– che invero sia i1 titolare dell’impresa che curò la prima fase dei lavori (ed ormai disinteressata alla vicenda per avere in fase successiva rinunciato all’appalto) sia i direttori delle opere (che formalmente lo certificarono) sia i1 teste Vassallo hanno confermato l’assunto dei Bonura, secondo cui le opere erano iniziate prima dell’estate lavori di sbancaménto;

-che risulta peraltro abbia in quel periodo l’amministrazione comunale formalmente invitato l’impresa a sospendere durante l’alta stagione estiva i lavori per non turbare la quiete dei villeggianti;

– che pertanto da quanto sopra esposto emerge l’illegittimità e la pretestuosità dei provvedimenti adottati dall’Ailara in forza delle non veritiere risultanze degli accertamenti di cui alle menzionate relazioni del Compagno;

– che emerge altresì come detti provvedimenti vennero palesemente adottati al fine di tutelare i privati interessi della madre dello stesso sindaco, cui avrebbe nociuto l`ulteriore elevazione della fabbrica dei Bonura;

– che conseguentemente tutti gli imputati, sussistendo a loro carico sufficienti prove di colpevolezza, vanno rinviati a giudizio dinanzi al tribunale di Palermo, competente per territorio e materia, per rispondere del reato di interesse privato in atti di ufficio loro ascritto.

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http://latuavocelibera.myblog.it/archive/2010/04/18/balda…

http://arig.myblog.it/archive/2011/01/01/baldassare-bonura-leggi-i-post-sul-caso-ustica-san-bartolome.html

Baldassare Bonura. Per il G.I. Paolo Borsellino il San Bartolomeo era “ in piena conformità”ultima modifica: 2010-09-08T19:31:00+02:00da aldo251246
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