Pubblichiamo, per gentile concessione di Baldassare Bonura, la storica rassegna stampa tratta dai quotidiani “L’Ora” e “Il Giornale di Sicilia” che tra il 1981 ed il 1984 pubblicizzarono l’hotel “San Bartolomeo” quattro stelle della famiglia Bonura di Ustica indicandolo come “Un progetto per il futuro turistico dell’Isola” l’unico con 120 posti letto, con due ascensori e due ristoranti, il primo costruito vent’anni fa con pannelli solari. In seguito però gli stessi quotidiani ne dovettero seguire la cronaca giudiziaria che, dopo l’indagine condotta dall’allora Giudice Istruttore Paolo Borsellino, vide rinviato a giudizio l’allora Sindaco democristiano Vito Ailara e la madre Giuseppina Ailara incriminati per “interesse privato in atti d’ufficio”.
La Procura, allora, riuscì ad individuare la condotta criminale della limiana amministrazione usticese che pretestuosamente impose ogni genere di ostacolo burocratico alla costruzione dell’albergo più innovativo di Ustica, per di più l’unico sull’isola, tutt’oggi, ad essere in regola rispetto alle norme antisismiche vigenti e rispetto ai parametri dell’allora vigente piano regolatore.
A dispetto delle indagini e delle perizie i due soggetti imputati, insieme all’allora tecnico comunale ragioniere Salvatore Compagno, furono assolti in primo grado con formula dubitativa e poi ancora in Appello, con sentenze tanto scandalose quanto contraddittorie, che destarono stupore anche tra i colleghi di quei magistrati che le emisero “…nell’ingiustificata ansia di affermare la tesi dell’innocenza, persino nei fatti non contestati agli imputati…..”, come scrisse l’allora Sostituto Procuratore Generale della Repubblica dott. Vittorio Aliquò nei motivi di gravame depositati nel ricorso contro l’assoluzione degli Ailara posto alla Suprema Corte di Cassazione, dove però furono ancora una volta assolti e salvati da una sentenza scritta quindici giorni prima dell’udienza
Dopo l’attività delle stagioni 1983-1984 e 1985, il San Bartolomeo fu fatto fallire per un vero e proprio atto criminale estorsivo, che a causa delle pedisseque richieste di archiviazioni della Procura della Repubblica di Palermo e di Caltanissetta sino ad oggi è rimasto impunito, così l’Hotel San Bartolomeo un progetto turistico sano e promettente è stato chiuso e posto fuori dal circuito alberghiero di Ustica che proprio in quegli anni deficitava di posti letto e si affidava all’ospitalità delle case di pescatori o di squallide pensioni.
Nessuna legge incredibilmente riuscì a tutelare un’immobile che “era in regola”, come dimostrato dall’allora G.I. dott. Paolo Borsellino che fece periziare la costruzione, e che permise di riprendere i lavori di ultimazione delle opere edilizie a seguito di ricorso al TAR che sospese l’Ordinanza sindacale dell’Ailara che aveva bloccata i lavori. La costruzione dell’hotel veniva in modo menzognero dichiarata “abusiva” dall’allora sindaco Vito Ailara, sia pure in presenza di tutte le autorizzazioni previste dalle normative vigenti di cui invece non godeva la madre del sindaco proprietaria della dirimpettaia e piccola Pensione Clelia.
Oggi, dopo 25 anni si è finalmente concluso il piano criminale, reiterato e continuato da venticinque anni dalle famiglie usticesi degli storici ex sindaci consanguinei il democristiano Vito Ailara e il diessino Attilio Licciardi, che, grazie a coperture politico-giudiziarie, detengono il monopolio della gestione alberghiera con metodi mafiosi e arroganti.
Mentre il San Bartolomeo è stato vandalizzato, quella ex pensione Clelia, casa tipica di Ustica con poche stanze è diventata l’Hotel Clelia tre stelle nonostante sia un immobile abusivo perché non conforme alle norme antisismiche vigenti. Eppure l’immobile di Ailara, che non è stato mai abbattuto e ricostruito, ha ottenuto agibilità e finanziamenti su una vecchia struttura mista preesistente grazie a tecnici comunali compiacenti, che hanno svolto i lavori di ristrutturazione come direttori dei lavori del Clelia e che hanno pure richiesto finanziamenti pubblici per 3 milioni di euro per la ristrutturazione del San Bartolomeo in nome della pubblica amministrazione il cui sindaco dott. Aldo Messina di recente è socio sostenitore del “Centro Studi” del Sig. Vito Ailara!!!!!
E’ mefistofelico ma questa è una storia vera di cui si parlerà e si leggerà ancora a lungo.
Buona lettura
La terrazza-ristorante dell’ Hotel San Bartolomeo con vista sul mare di Ustica
«Danneggiò» un’impresa
Chiesto rinvio a giudizio del sindaco di Ustica
Giornale di Sicilia
28 aprile 1983
Il sostituto procuratore Domenico Signorino ha chiesto il rinvio a giudizio del sindaco di Ustica, Vito Ailara, democristiano, incriminato per interesse privato in atti d’ufficio.
Nella vicenda sono coinvolti anche la madre del sindaco, Giuseppina Ailara, ed il tecnico comunale Salvatore Compagno. II magistrato ha chiesto anche per loro il rinvio a giudizio per interesse privato. L’inchiesta viene condotta dal giudice istruttore Paolo Borsellino e riguarda la costruzione nell’isola dell’hotel San Bartolomeo, un grande albergo di 120 posti letto di proprietà dei fratelli Bonura di Palermo.
Nel settembre del 1981 il sindaco ha emesso un’ordinanza con la quale ha bloccato i lavori, avendo accertato una difformità esecutiva rispetto al progetto approvato dalla commissione edilizia. La relazione sulla quale si fondava il provvedimento era firmata dal geometra Compagno.
I fratelli Bonura hanno contestato le conclusioni del tecnico e si sono rivolti alla magistratura prospettando l’ipotesi che, in realtà, l’ordinanza del sindaco potesse avere altra motivazione. La madre di Ailara è titolare della pensione «Clelia», che sorge a poca distanza dal nuovo albergo. Nella denuncia alla Procura i Bonura hanno richiamato questa circostanza per avanzare il sospetto di un interesse privato che il sindaco avrebbe voluto tutelare. Nel corso dell’ inchiesta è stata disposta una perizia, affidata all’ingegnere Giuseppe Palazzo, il quale avrebbe accertato che i lavori erano conformi alle licenze rilasciate dal Comune di Ustica.
II provvedimento del sindaco è stato impugnato anche davanti al tribunale amministrativo regionale che ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza e, in attesa di pronunciarsi nel merito, ha consentito la ripresa dei lavori dell’albergo.
La terrazza del San Bartolomeo, nel 1985 unico albergo di Ustica presente nelle agenzie di viaggio: Aviatur, Il Girasole, I viaggi del Sestante, Maremania, Moteltour, Osteodos, Orizzonti
Albergo contestato, indaga la procura
Giornale di Sicilia
26 settembre 1981
II sindaco di Ustica, Vito Ailara, e i proprietari di un albergo che sta sorgendo al centro dell’isola sono ai ferri corti. Il sindaco ha ordinato la sospensione dei lavori sostenendo che la loro esecuzione sarebbe difforme dalla licenza edilizia; i titolari dell’albergo contestano il provvedimento e ritengono che sia stato commesso un abuso. Sulla vicenda sta indagando la procura della Repubblica.
L’inchiesta, condotta dal sostituto Domenico Signorino, ha preso l’avvio da un esposto presentato dagli stessi proprietari dell’albergo «San Bartolomeo» (100 posti letto, seconda categoria) i fratelli Bonura. Sollecitando l’intervento del magistrato, i Bonura hanno contestato decisamente le conclusioni di una perizia eseguita dal tecnico comunale, Salvatore Compagno, che ha provocato la sospensione dei lavori.
I proprietari dell’albergo però vanno oltre ed affermano che il blocco della costruzione sarebbe stato preceduto da contatti privati durante i quali il sindaco avrebbe chiesto in via informale di realizzare solo una parte del progetto. Nel loro esposto i fratelli Bonura fanno notare che la realizzazione dell’ opera potrebbe arrecare fastidio ad una pensione adiacente di cui è proprietaria la madre del sindaco. Sarà adesso il magistrato a stabilire se i lavori sono conformi alla licenza.
Ustica. Incriminato il sindaco per un albergo in costruzione
Giornale di Sicilia
12 novembre 1981
Il sindaco di Ustica, Vito Ailara, è stato incriminato per interessi privati in atti d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta riguardante la costruzione di un albergo nell’isola. Il procedimento è stato formalizzato dal sostituto procuratore Domenico Signorino che ha chiesto al giudice istruttore di procedere, oltre che contro Ailara, anche nei confronti della madre del sindaco e del tecnico comunale, Salvatore Compagno.
L’inchiesta è stata avviata sulla base di un esposto presentato dai fratelli Bonura, Francesco, Vittoria e Annamaria Bonura, titolari di una licenza per la costruzione di un albergo, il “San Bartolomeo” (seconda categoria 100 posti letto), per il quale è stata rilasciata una regolare licenza edilizia. Di recente i lavori sono stati però bloccati da un’ordinanza del sindaco che avrebbe ravvisato numerose irregolarità e difformità rispetto alla concessione edilizia.
Secondo i Bonura si sarebbe trattato invece di un abuso perchè le presunte irregolarità riscontrate dal tecnico comunale sarebbero inesistenti. Nell’esposto inviato alla magistratura i proprietari hanno anche rivelato che íl blocco dai lavori sarebbe stato preceduto da contatti nel corso dei quali il sindaco avrebbe loro chiesto di realizzare solo una parte del progetto. I Bonura hanno infine avanzato il sospetto che la costruzione dell’albergo avrebbe potuto ledere gli interessi di una pensione vicina, gestita dalla madre del sindaco, Clelia Ailara.
Mentre la magistratura cominciava ad occuparsi dei denunciati dai Bonura, il sindaco rincarava la dose e nei giorni scorsi ha ordinato la demolizione dell’albergo già in avanzata fase di costruzione.
Il provvedimento, anch’esso contestato dagli interessati, è stato motivato col fatto che la concessione edilizia doveva considerarsi decaduta per il mancato inizio dei lavori entro il termine fissato dalla legge.
Salvatore Compagno, di Ustica, accusato di interesse privato
Al tecnico comunale interdizione dai pubblici uffici
L’ORA
13 giugno 1983
IMPUTATO di interesse privato in atti d’ufficio continuava a compiere lo stesso reato per il quale la magistratura lo aveva incriminato. E così il giudice istruttore Giovanni Barrile, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Guido Lo Forte, ha interdetto dai pubblici uffici il tecnico comunale di Ustica Salvatore Compagno.
Il provvedimento è clamoroso ed ha pochi precedenti in Sicilia uno dei magistrati che lo ha “usato” più volte è stato l’ex pretore di Messina Elio Risicato, al tempo delle sue battaglie giudiziarie contro il malcostume degli amministratori democristiani, il magistrato infatti, non ha aspettato una sentenza di condanna di un organo giudicante, ma ha deciso di anticiparla. Ovviamente l’interdizione dai pubblici uffici per Compagno è solo provvisorio.
Salvatore Compagno è accusato dalla magistratura di aver dato il benestare ai progetti ad una società amministrata da un muratore Salvatore Profeta, ritenuto dai giudici, un prestanome del tecnico comunale. Ma non è stato ciò a indurre il magistrato a interdire dai pubblici uffici il tecnico comunale. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’autorizzazione concessa ad una società di proprietà di Salvatore Profeta e di Saveria Basile quest’ultima è moglie di Salvatore Compagno.
Con questa autorizzazione del tecnico comunale di Ustica si permetteva la realizzazione del villaggio turistico di Punta Spalmatore, una delle località più belle dell’isola.
Hotel San Bartolomeo
Un progetto interessante per il futuro dell’isola
Giornale di Sicilia
Speciale Ustica
30 giugno 1983
“Un contributo affettivo determinante è stato dato dai legami della famiglia con l’isola. II bisnonno dei fratelli Bonura, Antonino Favarolo, era funzionario del governo borbonico e si recò personalmente a consegnare l’isola a Garibaldi appena giunto a Palermo. L’incontro è ricordato in alcuni famosi dipinti d’epoca. II nonno, Francesco Bonura, è stato sindaco di Ustica come la zia Anna Notarbartolo. Quello dei Bonura non è quindi uno «sbarco» ma un ritorno nell’ isola e, perché no, nella storia dell’isola”
Un tocco di misurata raffinatezza, di confort e di semplicità. Con questi essenziali requisiti (e molti altri ancora) l’albergo San Bartolomeo si appresta ad esordire nella stagione turistica di Ustica con propositi ed ambizioni molto precise, malgrado sia l’ultimo nato.
«Ci proponiamo di farlo diventare presto come un punto di riferimento del rilancio dell’immagine di quest’isola stupenda», conferma Aldo Bonura, uno dei proprietari.
Il programma parla chiaro: il San Bartolomeo sarà aperto tutto l’anno proprio perché intende «allungare» la stagione turistica, finora limitata ai mesi estivi, offrendo l’opportunità di un week-end, di una gita, di una semplice puntata in quest’isola che merita di essere conosciuta meglio ed apprezzata soprattutto dai palermitani.
II San Bartolomeo, con i suoi 120 posti letto, è in grado di offrire un servizio di prim’ordine ed un trattamento interessante. Intanto è un locale di seconda categoria (e la precisazione ha una sua importanza in relazione al costo contenuto di un soggiorno) e poi dispone di un impianto di condizionamento in tutti gli ambienti, di un telefono indipendente e di un impianto radiofonico in ogni camera (a richiesta si può anche avere la tv), di ascensori, di un piano bar, di un servizio ristorante sia al coperto che all’aperto, di una sala riunioni attrezzata per convegni, conferenze, dibattiti. È, infine, il primo albergo di Ustica ad utilizzare l’energia più pulita e più preziosa: quella solare. L’architetto Giovanna Mazzola, che lo ha progettato, ideato e arredato, ha firmato si può dire un piccolo gioiello di buon gusto e di funzionalità. Tutti i servizi e gli impianti sono stati curati anche nei dettagli più minuti, l’ambiente reso accogliente da un equilibrato impiego di marmi pregiati e di mobili d’epoca autentici.
Posto al centro dei paese ed integrato nella sua struttura urbana, l’albergo è costituito da due corpi di edifici a cinque piani collegati da un sottopassaggio. Un servizio di pullmini lo collegherà con tutti i posti balneari dell’isola. Agli ospiti sarà fornita una valigetta termica per la conservazione della colazione. Ai turisti saranno offerti servizi anche fuori dall’albergo. «Abbiamo stabilito – dice Aldo Bonura – alcune convenzioni con pescatori di Ustica per dare la possibilità a tutti i nostri ospiti di fare una passeggiata a mare o il giro dell’ísola a prezzi molto competitivi. Fa parte della nostra idea di gestire l’albergo: siamo qui per integrarci nell’economia di Ustica, per allargare le capacità ricettive dell’isola e per creare ricchezza e nuove occasioni di lavoro per i cittadini di Ustica».
II programma di rilancio dell’ immagine dell’isola, che fa perno sul «San Bartolomeo», prevede fra l’altro una serie di iniziative culturali collocate nel periodo della bassa stagione quando Ustica, come tante altre isole siciliane, diventa un posto perduto e dimenticato.
Fa parte di questo progetto ambizioso quanto basta la scelta di un direttore di esperienza internazionale, Pier Paolo Goegan, un francese che parla sette lingue e viene dalla militanza giornalistica in una grande e prestigiosa testata come «Le Monde».
Anche la cucina offrirà un servizio ed una scelta molto particolari e raffinati: finalmente un locale che si pone anche come punto di riferimento gastronomico legato alla tradizione locale e siciliana.
«Non inseguiamo un interesse speculativo, ma vogliamo entrare in un settore per noi assolutamente nuovo con idee e progetti intelligenti», spiega ancora Aldo Bonura che con i fratelli Francesco,
Vittoria e Anna Maria ha ripreso e realizzato un’idea ereditata dal padre, il colonnello Giovanni. Un contributo affettivo determinante è stato dato dai legami della famiglia con l’isola. II bisnonno dei fratelli Bonura, Antonino Favarolo, era funzionario del governo borbonico e si recò personalmente a consegnare l’isola a Garibaldi appena giunto a Palermo. L’incontro è ricordato in alcuni famosi dipinti d’epoca. II nonno, Francesco Bonura, è stato sindaco di Ustica come la zia Anna Notarbartolo. Quello dei Bonura non è quindi uno «sbarco» ma un ritorno nell’isola e, perché no, nella storia dell’isola.
F.M.
È accusato di aver ostacolato la costruzione dell’albergo S. Bartolomeo
In Tribunale il sindaco di Ustica
Lunghissimo interrogatorio in tribunale per il sindaco di Ustica Vito Ailara, 47 anni, democristiano, accusato di interesse privato. Nel processo sono coinvolti anche il tecnico del Comune, Salvatore Compagno, 48 anni, e la madre del sindaco, Giuseppa.
II processo cominciato ieri davanti ai giudici della prima sezione prende le mosse da un’ordinanza emessa da Ailara il 12 settembre 1981 con la quale ha sospeso per un lungo tempo i lavori di costruzione dell’albergo San Bartolomeo. Il provvedimento si fondava sui risultati di un sopralluogo di Compagno che aveva riscontrato difformità tra la licenza rilasciata ai proprietari dell’albergo, i fratelli Bonura di Palermo, e l’esecuzione del progetto.
In effetti, com’è stato poi accertato, i lavori erano assolutamente regolari. Tanto che il tribunale amministrativo regionale ha annullato la sospensione ordinata dal sindaco. Sia Ailara sia Compagno si sono sempre richiamati, nel motivare le loro decisioni, a valutazioni di ordine tecnico.
Ma secondo l’accusa, la vicenda avrebbe un retroscena meno chiaro. Il San Bartolomeo, che nel frattempo è stato ultimato, sorge infatti di fronte alla pensione «Clelia» gestita dalla madre del sindaco. Tra i due edifici corre una distanza di appena 4 metri: l’albergo potrebbe quindi limitare il godimento del panorama da parte della pensione.
Un approfondito esame della vicenda ha fatto emergere, ha osservato nell’ordinanza di rinvio a giudizio il giudice istruttore Paolo Borsellino, che «l’illegittimità e la pretestuosità dei provvedimenti adottati dall’Ailara in forza delle non veritiere risultanze degli accertamenti» compiuti dal tecnico Compagno.
Ma all’udienza di ieri il sindaco e il tecnico, difesi dagli avvocati Paolo Seminara e Nello Martellucci, hanno fornito una serie di chiarimenti tecnici. L’Ailara, in particolare, ha negato che il nuovo albergo abbia ridotto la visuale, che del resto era molto limitata, della pensione della madre.
Prima di rinviare il processo al 18 maggio il tribunale, su richiesta dei difensori di parte civile (avvocati Salvo Riela, Francesco Musotto e Michele Costanzo) ha ordinato l’acquisizione di alcuni documenti fra cui l’ordinanza del giudice Barrile che l’anno scorso ha sospeso Compagno del servizio, nel quadro dì un’altra vicenda giudiziaria.
Saranno ascoltati due ingegneri del Genio Civile
Sentenza rinviata. Continua il processo al Sindaco di Ustica
L’ORA
21 giugno 1984
IL PUBBLICO Ministero aveva chiesto 2 anni e 8 mesi di reclusione, il Tribunale, invece, ha preferito emettere, dopo una lunga camera di consiglio, un’ordinanza con la quale si decide di continuare l’istruzione. La sentenza del processo che vede come principale imputato il sindaco di Ustica Vito Ailara, democristiano, slitta ancora, dopo più di un mese di udienze.
Vito Ailara è accusato d’interesse privato in atti d’ ufficio. Di concorso nello stesso reato devono rispondere il tecnico comunale di Ustica Salvatore Compagno e la madre del sindaco Giuseppina. Per Giuseppina Ailara e Salvatore Compagno, il pubblico ministero Agata Consoli ha chiesto due anni di reclusione. Non si è, però, arrivati alla sentenza, come si e detto. Il Tribunale ha infatti stabilito che lunedì 25 il Genio civile deve esibire la pratica Bonura.
Chi sono i Bonura? Sono due fratelli titolari di una licenza per la costruzione di un albergo. Hotel ultimato (si aspetta solo il rilascio del certificato di agibilità) nonostante Vito Ailara ne abbia ordinato la demolizione, basandosi su una relazione tecnica di Salvatore Compagno. Ordinanza di demolizione, tra l’altro, bloccata dal Tar, il Tribunale Amministrativo.
I fratelli Giovanni e Francesco Bonura sostengono che quell’ordinanza era dovuta al fatto che il loro albergo si trova di fronte alla pensione “Clelia”, gestita dalla madre di Vito Ailara, Giuseppina. Una tesi che è stata accolta dalla Procura della Repubblica che ha incriminato prima e chiesto la condanna dopo del sindaco di Ustica.
Come si difende Ailara? Il sindaco sostiene di essersi basato sulle conclusioni della relazione di Salvatore Compagno, il quale afferma che l’albergo era stato edificato in difformità del progetto originale e che inoltre la demolizione era necessaria poichè Giovanni e Francesco Bonura, non avevano costruito l’hotel entro i termini fissati dalla concessione. Per approfondire questo aspetto della vicenda, il Tribunale ha deciso di acquisire la pratica Bonura e d’interrogare sempre lunedì prossimo i due ingegneri capi del Genio Civile che rilasciarono la licenza edilizia.
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3 settembre 2010