Baldassare Bonura, Piergiorgio Morosini denunciato al CSM

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Inviata al CSM tutta la documentazione sulla vicenda giudiziaria di Bonura e dei suoi fratelli coinvolti in un palese atto estorsivo di stampo mafioso camuffato da una procedura fallimentare anomala quanto ingiustificata

A Baldassare Bonura è stata notificata la comunicazione del Consiglio Superiore della Magistratura avente ad oggetto l’avvenuto esame dei due esposti inviati al suddetto Organo costituzionale nel corso dell’anno 2010 che ha predisposto l’unione della pratica cui allegare le successive risposte di Bonura quale parte lesa in merito ai reati denunciati.

Bonura ha presentato gli esposti al CSM in seguito all’ultima richiesta di archiviazione, ultima in ordine di tempo visto che incredibilmente è la sesta in quattro anni, che è stata emessa, dopo la Camera di Consiglio, dal Gip dott. Piergiorgio Morosini il giorno 21 settembre 2010 sul procedimento penale n. 10982/06 R.G.N.R. nei confronti di Ailara Vito, Licciardi Attilio, Barbiera Vincenzo per il reato di cui all’art. 323 c.p.

Contro la suddetta richiesta di archiviazione, e contro il dissequestro dell’hotel “San Bartolomeo” di Ustica, Bonura ha presentato regolare opposizione ricorrendo alla Suprema Corte di Cassazione, e contemporaneamente ha informato dell’iter giudiziario pendente il CSM perché la Commissione disciplinare possa esaminare i comportamenti assunti dai magistrati indicati in denuncia nell’esercizio delle loro funzioni, palesandosi l’ipotesi grave dei reati di: omissione in atti d’ufficio, corruzione, falso ideologico, soppressione e depistaggio delle indagini investigative.

Bonura ha fornito ampia documentazione al CSM, oltre che ad altri alti Organi istituzionali ed investigativi, perché venga fatta luce sull’ipotesi dell’esistenza di un’associazione a delinquere ben radicata all’interno degli uffici giudiziari volta a favorire, nel corso di ben oltre 25 anni, l’azione criminosa di nomi indicati nelle denunce e ampiamente noti alle aule dei tribunali e alla cronaca giudiziaria di mafia tra cui: l’agrigentino ingegnere Giuseppe Montalbano proprietario della ICIT s.r.l. società di progettazione e realizzazione di impianti di climatizzazione nel 2009 condannato in Appello per concorso esterno in associazione mafiosa, sorvegliato speciale sino al 2012, nonché proprietario della villa-covo del capo mafia Totò Riina; e soggetti della famiglia Sgroi di Carini, indagati attualmente in diverse procure per il riciclaggio del denaro del capo mafia Bernardo Provenzano nei supermercati SISA di Carini dove tra i dipendenti c’erano pure mafiosi del clan Lo Piccolo oggi condannati per omicidio. Ma su questo come su gravissimi atti intimidatori subiti oltre che da Bonura anche dai suoi testimoni il Gip archivia.

Dai fascicoli di Bonura emerge quindi chiaramente che non si vuole, o non si può, indagare su personaggi e vicende che analizzate tempestivamente nel loro contesto avrebbero potuto da decenni individuare la commistione tra mafia e interessi politico-imprenditoriali che poi costarono un prezzo altissimo a giudici onesti come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ci si chiede come mai su questa vicenda, che desta meraviglia in chi la esamina, e che è all’attenzione della stampa nazionale, il ministro di Grazia e Giustizia, già da tempo informato, non invii ispettori al fine di individuare le responsabilità dei magistrati denunciati.

La vicenda giudiziaria di Bonura e dei suoi fratelli coinvolti in un palese atto estorsivo di stampo mafioso camuffato da una procedura fallimentare anomala quanto ingiustificata esitata nella locupletazione del patrimonio immobiliare, non solo è un gravissimo caso di denegata giustizia ma soprattutto è l’emblema dell’incapacità di certa magistratura strabica che mentre scrive libri e partecipa a convegni antimafia non vede e non persegue i reati negando al cittadino ogni più elementare diritto costituzionalmente riconosciuto, calpestandone dignità e libera autodeterminazione e alimentando così la sfiducia del cittadino utente in un sistema giudiziario da riformare sin dalle fondamenta.

Sui fatti, compiutamente dimostrati dall’intera documentazione allegata agli esposti ora all’esame del CSM, sono inverosimilmente piombate le contigue e successive richieste di archiviazione di diversi Pm delle Procure di Palermo e di Caltanissetta tutti a vario titolo denunciati unitamente al dott. Piergiorgio Morosini in qualità di Gip del Tribunale di Palermo di recente segretario nazionale della corrente Magistratura Democratica.

Nell’ esposto si delinea dettagliatamente come nel corso di trent’anni (1980/2010) i suddetti magistrati, sia attraverso l’uso sciente e colpevole dell’archiviazione delle indagini e/o del rigetto delle legittime istanze provenienti dall’esponente, sia con l’inerzia investigativa abbiano dato un contributo apprezzabile e concreto sul piano causale all’esistenza ed al rafforzamento dell’associazione a delinquere di stampo mafioso dei soggetti denunciati, e quindi alla realizzazione dell’offesa degli interessi tutelati dalla norma incriminatrice ex art. 416 bis c.p.. Bonura e i suoi fratelli perciò chiederanno GIUSTIZIA in tutte le sedi nazionali e comunitarie a ciò deputate.

Associazione Rimedi Contro le Ingiustizie Giudiziarie

Leggi anche il post sulla richiesta urgente di ispezione sul procedimento oggetto di denuncia al CSM

http://latuavocelibera.myblog.it/archive/2009/10/27/baldassare-bonura-richiesta-urgente-di-ispezione-sul-procedi.html

Baldassare Bonura, Piergiorgio Morosini denunciato al CSMultima modifica: 2011-01-13T10:06:00+01:00da aldo251246
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